Da almeno 10 anni siamo fautori e proponenti del Open Source, del riuso, degli strumenti di E-Gov, ecc. .. ma sempre il mercato riesce a creare qualche mal di pancia, qualche criticità, qualche ostacolo che poi, obtorto collo, costringe l'utilizzatore (l'ultimo anello .. sempre quello più debole al quale si chiede perentoriamente senza dare strumenti) ad adeguarsi con strumenti proprietari. Sotto l'ennesimo articolo (che sia ben chiaro, condividiamo, ma consapevoli di criticità !) che evidenzia come Open Source sia la giusta strada per alcuni applicativi. Capita spesso infatti che Regioni, Province, ma soprattutto STATO, ci impongano invii di file "microsoft based". In evidente contrasto con il CAD. |
Dieci motivi per scegliere il risparmio, l’accessibilità e la qualità delle soluzioni open
Di Paolo Storti, amministratore di Studio Storti
In questo numero vogliamo parlare di produttività individuale Open Source e in particolare del software LibreOffice. Nato nel 2011 dal fork del vecchio progetto OpenOffice.org, oggi LibreOffice conta numeri importanti, sia come utilizzatori sia come sviluppatori e contributi apportati al software.
Negli ultimi 12 mesi, sono stati circa 320 gli sviluppatori che hanno apportato oltre 26mila modifiche al codice di LibreOffice.
In Europa, la suite LibreOffice è utilizzata da strutture di primaria importanza come: il governo francese con 15 ministeri (e 500mila utenti), la regione di Valencia in Spagna (con 120mila utenti), il ministero della Difesa in Olanda (con 45mila utenti), il sistema degli ospedali di Copenhagen (con 25mila utenti) e il comune di Monaco di Baviera (con 15mila utenti). Questo, per parlare solo dei progetti di maggiori dimensioni.
Questi importantissimi risultati si sono ottenuti grazie alla compatibilità con tutti i sistemi operativi: Microsoft Windows, GNU/Linux e Apple OSX e ha come primo evidente vantaggio quello di eliminare i costi d’acquisto di licenza software, vantaggio che, in ottica spending review è sicuramente non trascurabile non solo per un privato o un’azienda ma soprattutto per un ente pubblico.
Per quanto riguarda la situazione italiana, vanno inoltre considerati alcuni fattori specifici come l’art. 68 del CAD e la circolare 63/2013 dell’AgiD che impongono agli enti di selezionare e preferire prodotti Open Source, ma soprattutto, l’articolo 52 del CAD che impone a tutte le pubbliche amministrazioni l’utilizzo di formati aperti per lo scambio dei documenti. Questi sono solo alcuni dei vantaggi che nel mondo stanno portando sempre più utilizzatori a scegliere di usare la suite LibreOffice per la propria attività; scelta guidata da motivazioni e valori sia etici sia economici, sempre con la certezza di poter disporre del prodotto con il maggior supporto di formati al mondo che può contare sul maggior numero di sviluppatori a garanzia del suo imponente sviluppo.
Nella pubblica amministrazione italiana, si è visto il passaggio a LibreOffice di molti enti, tra i quali – solo per citarne alcuni – troviamo: le province di Bolzano, Cremona, Macerata e Milano; i comuni di Este, Padova, Piacenza, San Benedetto del Tronto, Scandiano, Spotorno e Todi; i comuni dell’Alto Adige e l’azienda sanitaria locale di Bolzano oltre a tutte quelle attualmente in corso di passaggio alla soluzione.
Nel 2013, Studio Storti, unica azienda italiana, è entrata nell’Advisory Board di LibreOffice e ha creato la divisione specifica che garantisce agli enti un processo professionale, certo e certificato per la migrazione e la formazione. Tale divisione è composta dal personale più qualificato esistente in Italia con esperienza pluriennale sulla migrazione di PA a LibreOffice e, grazie ad accordi con i soggetti leader della community LibreOffice, assicura il massimo supporto possibile per soddisfare ogni necessità nei vari livelli di servizio proposti: progettazione, migrazione, formazione, deployment, assistenza, helpdesk, bugfixing, custom build.
Fonte: Datamanager
News inserita il 13/07/2014 alle 10:08