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Microsoft, scade il sistema operativo Xp. Panico nella pubblica amministrazione.

Dall'8 aprile non ci saranno più aggiornamenti automatici del software. La paura è che migliaia di computer diventino vulnerabili ai virus. A rischio soprattutto ministeri, comuni e ospedali.

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La data da segnare in rosso sul calendario è martedì 8 aprile. Da quel giorno il sistema operativo Windows XP non avrà più aggiornamenti automatici. Con la paura evidente che migliaia di computer diventino, nel giro di una notte, vulnerabili ai virus: la stima del rischio è difficile, ma è facile immaginare che un sistema che perde il supporto della casa madre non avrà più protezione contro falle di sicurezza  scoperte in futuro.

Il software lanciato da Microsoft nel lontanissimo 2001 è di un’altra era tecnologica, ma resta uno dei più diffusi in Italia, specialmente tra le imprese e nelle famiglie. Un parco pc aziendale con un sistema operativo ormai datato e superato, che nella pubblica amministrazione ha raggiunto la più alta diffusione: quasi l’80 per cento degli uffici hanno installato questo sistema operativo. Xp, nonostante lo sviluppo iniziato alle fine degli anni novanta, domina nei ministeri e nei comuni ed è usato da molti ospedali per gestire macchinari di analisi e terapia.
Immagine da espresso

Gli attacchi alla privacy e al sistema dei pagamenti è lo scoglio da superare per garantire la sicurezza ad Asl, ospedali e regioni che ogni giorno smistano milioni di dati sensibili.

UN ALTRO MILLENNIUM BUG?

«Dal 9 aprile ci sarà indubbiamente un rischio maggiore. Gli hacker si sono già dati appuntamento perché è questo è il momento da sfruttare»,  spiega Paolo Lezzi, esperto di sicurezza informatica e capo di Maglan Europe, multinazionale israeliana specializzata in materia di information security: «Ci aspettiamo una concentrazione di attacchi perché durante questa migrazione sono più vulnerabili».

Una chiamata alle armi via Web con obiettivo le work station di Xp. Sono il ventre molle dell’infrastruttura tecnologica, perché attaccando anche una sola postazione la si può usare come testa di ponte per distribuire un codice malevolo, mettendo fuori uso l’intero sistema di raccolta dati.

I cyber malintenzionati possono sfruttare l’occasione per prendere il controllo dei macchinari con poche mosse. La pubblica amministrazione ha difese standard: sono i Municipi di dimensione maggiore e la sanità che rischiano di più. È un potenziale nuovo Millennium bug (il difetto informatico scatenato dal cambio di data al capodanno del 2000 con il possibile crac mai avvenuto), con le società di protezione che sfruttano il momento moltiplicando gli annunci per rinforzare le difese: «Esistono oltre venti vulnerabilità non risolte da Microsoft e altrettante potrebbero saltare fuori con il pensionamento», conclude Lezzi.

«Abbiamo una politica standard di assistenza che dura 10 anni - commenta Claudia Bonatti, direttore di Windows Client di Microsoft Italia - la fine di questo glorioso sistema si conosceva da tempo e per tempo abbiamo fatto partire l’avviso grazie ad un sito ad hoc (windowsxp.it), un numero di telefono e formando più di 400 partner. Purtroppo gli enti locali hanno una gestione di budget “complicata”: la migrazione in sé ha dei costi ma se valuto i benefici mi ripago tutto in un anno».

I processi di migrazione dal vecchio al nuovo sono complessi e la domanda di partenza è sempre la stessa: l’hardware potrà supportare un sistema nuovo? Le soluzioni adottate sono diverse. Ecco cosa succederà a Milano e Genova.

PALAZZO MARINO CORRE AI RIPARI

A Milano sono cinquemila i computer che il Comune ha deciso di sostituire al più presto, per evitare disservizi negli uffici e rischi per la privacy dei cittadini. Sono tante le macchine che funzionano con il vecchio sistema prossimo alla pensione e solo ora si è deciso di programmarne la sostituzione.

«Circa metà dei computer installati negli uffici comunali montano sistemi operativi Windows 7 o superiori – confermano dalla direzione generale di Palazzo Marino, responsabile per i sistemi informativi - la sostituzione delle altre cinquemila macchine è in corso e sarà completata in tre mesi».

Meglio cambiarli che aggiornali: la soluzione più economica rispetto all'adeguamento delle vecchie macchine agli standard necessari per l'installazione di Windows 8. Perché nel frattempo è cambiato il mondo informatico e ora le nuove postazioni si comprano con poche centinaia di euro. Gli ultimi bandi per l'acquisto di modelli base sono stati assegnati a 219 euro per pezzo. Però cinquemila computer sono tanti. E non risulta che il Comune avesse previsto nell'ultimo bilancio questa spesa aggiuntiva da 1,1 milioni di euro, più l'aggiornamento dei software collegati: da quelli per la contabilità fino a quelli per la gestione delle multe.

In queste ore gli uffici dei Servizi informativi stanno verificando la compatibilità dei software in uso con il nuovo sistema operativo che andrà installato. Per ora l'indagine sembra dare risultati "non buoni". Il software che fa funzionare la macchina comunale è obsoleto, al punto che per i cittadini con sistemi operativi nuovi (Windows 7 o superiore) è spesso impossibile autenticarsi sul portale del Comune. Mentre il mondo cambiava con l’arrivo del wi-fi, smartphone e cloud nessuno si accorgeva che la macchina comunale rimaneva indietro.

CHI PRIMA CAMBIA

A Genova l’azienda ospedaliera universitaria San Martino è un centro di riferimento in Italia per la ricerca oncologica e una dei più grandi ospedali italiani con oltre 5 mila dipendenti.
Nei reparti di questa città nella città ligure (100mila ricoveri all’anno e 12 chilometri di strade interne) sono installati circa 2.500 computer e  10.000 identità digitali diverse. Per superare le complessità di un parco hardware estremamente disomogeneo ed obsoleto, con alti costi di manutenzione e bassa sicurezza, già nel 2010 si è deciso di abbandonare XP a favore del più moderno Windows 7 Enterprise.

«Grazie alla migrazione a un sistema operativo moderno, abbiamo ottenuto significati vantaggi in termini di efficienza, continuità e qualità del servizio reso ai nostri utenti e cittadini. Abbiamo aumentato il numero di macchine installate in rete ed il livello di qualità e sicurezza del servizio, riducendo le spese annuali di circa 100.000 euro grazie a meno guasti e pochi interventi per la manutenzione» dice Dario Padrone, direttore dei sistemi Informativi del San Martino.
Ancor più importante è migliorata la qualità dei servizi diagnostici, il sistema di gestione dei laboratori e delle varie radiologie e il Pronto Soccorso che accoglie 80 mila cartelle cliniche ogni dodici mesi. Qui i lungimiranti sono partiti per tempo e il 9 aprile non sarà un incubo.

 

Fonte: L'espresso Art. di Michele Sasso.


News inserita il 03/04/2014 alle 08:39

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