"Pec" di Stato gratuita? In realtà costa cara
«Nessun nuovo o maggiore onere per la finanza pubblica. È questo ciò che stabilisce l’articolo istitutivo della
Posta Elettronica Certificata
(Pec) gratuita in Italia, che è però stato totalmente ignorato dal
bando per l’affidamento in concessione del “Servizio di comunicazione
elettronica certificata tra pubblica amministrazione e cittadino
(Cec-Pac)”. Consultando la Gazzetta delle Comunità Europee del 5 agosto
2009 (pubblicata in quella italiana la settimana successiva), infatti,
si scopre che l’operazione costerà ben
50 milioni di euro agli italiani, sia a quelli che la useranno sia a quelli che non lo faranno.
Così ha dichiarato Massimo Penco, Presidente dell’associazione "
Cittadini di Internet", che prosegue con il suo avvertimento:
"Precisamente, l’importo massimo stimato della concessione è pari a
euro 25.000.000,00 (Iva esclusa) per un periodo di 4 anni, più
ulteriori euro 25.000.000,00 (Iva esclusa) nell’ipotesi di esercizio
per successivi 4 anni. Oltre a tale ingente spesa, c’è una serie di
optional che si “donano” al gestore e che saranno elencati nel
disciplinare acquistata dal cittadino.
Per quanto riguarda i requisiti ricercati al futuro gestore, poi,
bisogna sottolineare come questi siano, a dir poco, restrittivi per la
maggior parte dei potenziali partecipanti italiani e ostacolanti per
quelli europei.
In particolar modo, oltre alla richiesta di aver realizzato,
complessivamente negli ultimi quattro esercizi finanziari (2005, 2006,
2007 e 2008) un fatturato specifico - ossia per servizi di scambio di
dati elettronici, di gestione di posta elettronica, di progettazione e
manutenzione di software - non inferiore a Euro 30.000.000,00, è
singolare quella relativa a una “rete degli sportelli fisici in grado
di assicurare un punto di accesso in almeno l’80% dei comuni italiani
con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti, con orario di
apertura al pubblico, dal lunedì al sabato, 9.00-13.00”.
Quale sono, infatti, gli uffici aperti al pubblico anche di sabato
mattina dalle 9:00 alle 13:00 in tutti i comuni Italiani che hanno già
fatturato 30 milioni di euro per la PEC? È facile indovinarlo, ma non
si capisce il motivo di tale richiesta dal momento che attualmente
tutti i gestori di PEC vendono sul web senza che il cittadino si rechi
personalmente in alcun ufficio per acquistare il servizio.
Allora a cosa serve avere una simile capillarità di uffici, a meno che
non si sia creato un altro sistema di comunicazione visto che gli è
stato dato un nuovo nome: Cec-Pac? Inoltre, un'altra cosa che ha
dell’assurdo è che, come si specifica nel bando, essa è “destinata
esclusivamente alle comunicazioni tra Pa e cittadino, e viceversa”. Non
potrà quindi essere usata per tutti gli scopi e per tutti gli utenti
Pec, ma solo per comunicazioni da/per la Pubblica Amministrazione. Di
conseguenza, il cittadino sarà costretto a comperarne un’altra a
pagamento.
Una breve nota ironica: per partecipare alla gara, si deve mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno perché,
malgrado il termine per la regolarizzazione sia scaduto lo scorso 30
giugno, è privo di Pec anche il sito del Ministro per la Pubblica
Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta».
Fonte: La stampa.it / Tecnologia
News inserita il 19/08/2009 alle 19:51
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